Questa recensione è stata scritta
per tutti i fans di Anastacia (e non solo) che vogliono sapere di più su questo
nuovo film All you can dream che è stato proiettato il 23 luglio in anteprima
assoluta al GIFFONI FILM FESTIVAL 2012.
La premiere è stata anticipata
dal videomessaggio registrato da Anastacia che ci augurava una buona visione e
si scusava per non poter essere presente alla prima. Racconta che la storia del
film le toccò particolarmente il cuore, e per questo accettò subito la proposta
e la nuova esperienza lavorativa.
In realtà i temi trattati nel
film sono molti: obesità, disagio sociale, difficoltà che poi si riscontrano in
un cattivo rapporto con i genitori separati, motivato e fondato sulla scomparsa
prematura di un altro figlio, Mike, che lottava contro un forte cancro.
La storia di per se è commovente,
però non riesce mai ad andare oltre e a toccare, almeno per quanto mi riguarda,
le sensibilità più forti. La pellicola vista in lingua madre renderà
sicuramente di più: si può sentire e apprezzare la voce reale di Anastacia, che
pur avendo fatto un buon lavoro, in italiano (con la doppiatrice un pò
inappropriata per noi che conosciamo il tono della stacey) fa perdere molto (sappiamo che anche la voce ha il suo perché).
Ripeto il film non è così
male, simpatico a tratti. Ma alcuni aspetti li avrei approfonditi
per dar maggiore credibilità ad alcuni personaggi quali il padre, la
madre della protagonista, e magari anche il ruolo di Anastacia, che interpretando
se stessa, ci concede nel “mondo reale”
non molte apparizioni e alcune parti
recitate, e niente di cantato (pur venendo
presentata come una celebre cantante
internazionale che ha venduto milioni di album in tutto il mondo).
In sintesi poi la storia finisce
in maniera abbastanza prevedibile.
Si ritrova l’equilibrio familiare, grazie all’intervento esterno da parte della nonna (l’unica persona che crede ancora in sé e nel futuro, e che sprona la protagonista, all’insaputa della madre, a studiare canto e a partecipare al concorso di All you can dream) e si placano tutti i contrasti sociali con i coetanei del suo istituto scolastico.
Si ritrova l’equilibrio familiare, grazie all’intervento esterno da parte della nonna (l’unica persona che crede ancora in sé e nel futuro, e che sprona la protagonista, all’insaputa della madre, a studiare canto e a partecipare al concorso di All you can dream) e si placano tutti i contrasti sociali con i coetanei del suo istituto scolastico.
Non vi voglio svelare il finale,
ne il ruolo di Anastacia durante tutto il film.
Mi aspettavo qualcosa davvero esplosivo, però peccato, davvero sprecata la
special guest Anastacia, che nonostante tutto non riesce a far decollare il film
che rimane sempre abbastanza freddo.
Il film quindi non è male ma si
allontana molto dall’idea di ritrovarmi un Film pieno e denso di musica come accadde
per "Dreamgirls" (con Beyoncè e la sua Listen, per intenderci), ma qui è tutto un
altro genere e “purtroppo“ la storia è incentrata sulla vicenda sociale e
familiare, e non sulla nostra beniamina a cui avrei dato sicuramente molto più
spazio.
Voto 7-/10
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